Nel 2012 è uscito nelle sale “Il Sole Dentro” un film di Paolo Bianchini da pochi conosciuto, un bel film, uno di quei film che non vai a vedere perché bombardato dalla pubblicità, ma che vai a vedere perché qualcuno te ne ha parlato cosi bene che non puoi farne a meno, uno di quei film non alimentato dalla grande distribuzione, ma che vive per il passaparola. Soprattutto “Il Sole Dentro” è un film da vedere per chi ha voglia di una storia di calcio diversa dal solito, una storia di baby calciatori troppo spesso dimenticati. Il film tra le varie tematiche affrontate, parla anche della tratta dei giovanissimi calciatori africani.
Il regista Paolo Bianchini cosi parla in un’intervista (Azzolini per fantagazzetta.com): “per un Eto’o, ci sono altri ventimila ragazzi africani presi dai villaggi e portati in Europa, i presunti procuratori internazionali pagano una piccola cifra alle famiglie, e portano con sé i ragazzi, tredicenni, non di più. Se ai provini questi ragazzi vanno male, di loro non si sa più niente. Vengono semplicemente abbandonati, magari ad una pompa di benzina, come capita al protagonista del film”.
E’ una piaga che riguarda soprattutto la Francia, ma da cui l’Italia non è assolutamente esente, spiega Bianchini, “anche perché è vero che la normativa è chiara (prima della maggiore età un ragazzo africano si può trasferire in una società sportiva europea solo accompagnato dai familiari, a spese della società , ndr.), ma la Fifa non può monitorare tutti i singoli spostamenti, che sono migliaia. Anche perché spesso questi provini avvengono per società piccole, o dilettantistiche. Se vanno male, questi sedicenti agenti, che in realtà sono scafisti del calcio, non si creano problemi a lasciare questi ragazzi in mezzo ad una strada”.
Il Sole Dentro è una storia di calcio, di amicizia e di solidarietà. La storia di Thabo, immigrato originario di un piccolo villaggio africano e Rocco, quattordicenne di Bari. La loro storia si incrocia e fa da cornice ad una storia vera, quella di due ragazzini guineani, Yaguine e Fodè, che scrivono una lettera indirizzata ai “grandi” del Parlamento Europeo. La lettera parla del tormentato continente africano, dei diritti dell’infanzia negati, della voglia di riscatto e progresso civile espressa dalle giovani generazioni. È il 1999, i due vanno all’aeroporto e si infilano di nascosto nel vano del carrello di un aereo: destinazione, Bruxelles, con l’intenzione di consegnare la loro missiva direttamente nelle mani dei rappresentanti dell’Europa. Quando l’aereo atterra a Bruxelles, un tecnico scopre abbracciati i corpi assiderati di Yaguine e Fodè, accanto alla lettera indirizzata “ Alle loro Eccellenze”.
È un film che chi è nel calcio dovrebbe vedere, un film su cui riflettere, che permette di assaporare un altro lato del calcio e soprattutto un film che dovrebbe essere visto da tanti “pseudo-procuratori” che sempre più spesso e sempre più presto girano intorno ai piccoli calciatori.