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I giorni difficili e la sfida in handbike di Federico Villa

I’m In to Finish racconta la storia di Federico Villa e del suo obbiettivo più grande: correre la maratona di New York con la sua handbike. Federico è affetto da atassia di Friedreich, una rara malattia genetica degenerativa che inibisce le capacità coordinative e muscolari. Con lui si vivrà la lunga strada dalla preparazione al taglio del traguardo. Un traguardo speciale il suo.

Barriere solo nella mente

E’ passato un anno dall’entusiasmo che hanno suscitato le paralimpiadi di Londra e si continua a fare poco o nulla per promuovere lo sport e il movimento fra le persone con disabilità. Le iniziative sono lasciate alle singole associazioni che devono trovare da se stesse gli spazi per ridurrne l’emarginazione che continua a essere la loro condizione sociale più frequente. E’ di oggi la notizia dell’iniziativa di Pietro Scidurlo, paraplegico dalla nascita, ragazzo “con un pessimo rapporto con la sua disabilità … e con la forte esigenza di fare qualcosa di straordinario per lui e per le persone come lui”. Alla ricerca di una vita per lui migliore un anno fa ha percorso in handbike il cammino di Santiago di Compostela e dopo questa esperienza ha fondato una onlus, FreWheels, per dimostrare che “le barriere sono solo nelle nostre menti. Se le cose le fanno gli altri, possiamo farle anche noi disabili”, allo scopo di favorire l’indipendenza fisica e sociale dei giovani con disabilità. Ora ha appena terminato un viaggio in canoa di  500 km in 8 giorni, dal Ticino al Po, partendo da Somma Lombardo (Varese) e arrivando in piazza San Marco a Venezia.

Mitico Alex Zanardi

L’ex-pilota della Formula 1 ha vinto la cronometro H4 su handbike. “Ho dato il massimo ed è bastato per regolare tutti quanti”, ha affermato Zanardi commentando la gara. “Se continuerò? Innanzitutto fra due giorni c’è la gara in linea poi non so vedremo – ha aggiunto – Io in ogni caso senza sport non so vivere. Mi considero una che ha avuto tantissimo nella vita e continuo ad aggiungere. Di questo non posso che ringraziare la Dea bendata”.

Possiamo imparare molto da queste sue parole.