Ho letto l’articolo di Andrea Buongiovanni sulla Gazzetta dello Sport e sono molto dispiaciuto dell’esperienza vissuta da Carolina Kostner con lo psicologo, ha fatto bene a esprimere pubblicamente quello che pensa. Lo psicologo dovrebbe servire ad arricchire l’esperienza agonistica, dialogando con l’atleta per individuare idee e strumenti utili a migliorare se stessi e le proprie prestazioni ed evidentemente in questo rapporto di consulenza ciò non è avvenuto.
Sono anche preoccupato che quanto detto non porti altri a considerare che la consulenza psicologica in ambito sportivo sia inutile se non dannosa, quando invece questa disciplina è insegnata nelle Università e in Italia abbiamo realizzato una collaborazione fra sette Università per realizzare un master di II livello per formare professionalmente i giovani laureati in psicologia a questa attività. Voglio, pertanto, sottolineare gli sforzi che in molti stiamo facendo per uscire dalla selva di motivatori non psicologi e psicologi poco formati allo scopo di dare allo sport per tutti o di livello assoluto l’opportunità di scegliere il proprio consulente fra professionisti competenti e etici.