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La preparazione psicologica ha aiutato il successo koreano alle olimpiadi

Dopo avere scritto del contributo degli psicologi dello sport in Iran, oggi tocca a quelli della Repubblica di Korea, questo per sottolineare ancora una volta il riconoscimento che la nostra professione ha anche in paesi molto distanti da noi per storia e cultura, mentre continua a essere pressochè ignorata dal nostro comitato olimpico. La Korea ha ottenuto in queste olimpiadi i mgiliori risultati di sempre con una totale di 28 medaglie di cui 13 d’oro. Due delle squadre più vincenti, tiro con l’arco e tiro a segno e tiro a volo hanno beneficiato di programmi di preparazione mentale.

Il supporto al tiro con l’arco è stato fornito da Young Sook Kim, del Korea Institute of Sport Science, per un periodo di 11 mesi precedenti i giochi. E’ stato condotto in sessioni 1-2 ore, per 2-3 volte la settimana.Il programma è stato via via individualizzato e adeguato alle richieste della competizione olimpica. La squadra ha vinto 3 ori e 1 bronzo.

La squadra di tiro ha vinto 3 ori e 2 argenti. E’ stata seguita nei due anni precedenti da ByungHyun Kim,  sempre del Korea Institute of Sport Science, un professionista con 20 anni di esperienza. Il programma ha riguardato il controllo dell’ansia, la concentrazione, la fiducia e il sapere fronteggiare le elevate aspettative del pubblico koreano.

La preparazione mentale degli atleti iraniani a Londra 2012

Il Center for Counseling and Mental Skills Training, presso il National Olympic Academy in Tehran ha pianificato e condotto il supporto psicologico per gli atleti iraniani impegnati negli ultimi Giochi Olimpici. Nel 2012 gli psicologi coinvolti sono stati Mohammad Khabiri, Yadollah Farhadi, Khosro Hamzeh, e Ali Reza Farsi,  che hanno lavorato con gli atleti a partire dal 2011. Hanno incontrato tutte le federazioni che hanno portato atleti a Londra 2012 per valutarne le necessità. Pugilato, taekwondo, sollevaento pesi, tiro con l’arco e Canoa sono state seguite da psicologi che hanno organizzato workshops,  counseling individuale e di gruppo, e profili. Nessuno  psicologo ha accompagnato la squadra ai Giochi.

The Iranian  team paralimpico iraniano ha ritornato dai Giochi con molte medaglie. Un gruppo di psicologi dello sport certificati, guidati da Mohammad Vaez Mousavi  ha supportato anche la loro preparazione. Durante i training camp  è stato condotto un programma giornaliero per valutare e sviluppare le abilità mentali. Il Dr. Mousavi ha accompagnato gli atleti ai Giochi. Dalle interviste rilasciate dai medagliati dopo i Giochi è emersa la grande utilità della preparazione psicologica. L’Iran si è classificato 11° fra le 140 nazioni che hanno partecipato ai Giochi Paralimpici.

Olimpic trap sport crudele

La gara di trap, tiro a volo, è stata veramente crudele. Il croato Cernogoraz ha vinto la medaglia d’oro ma era entrato come ultimo in finale con 122 presi su 125. Giovanni Pellielo, invece, con un piattello in meno 121 su 125 era rimasto fuori dalla finale classificandosi al settimo posto. Michael Diamond aveva preso tutti i 125 piattelli eguagliando il record del mondo, in finale ha sbagliato due piattelli di troppo e si è classificato solo al quarto posto. Massimo Fabbrizi e Cernogoraz hanno terminato alla pari la finale, pertanto hanno fatto uno spareggio che è durato 6 piattelli, al sesto l’italiano ha mancato il piattello ed è finito al secondo posto. In questo sport la differenza fra la gioia della vittoria e la tristezza della sconfitta è fatta veramente di niente. La rivincita per chi ci sarà è fra quattro anni.

99/100 = Jessica Rossi

Jessica Rossi ha vinto l’oro nella tiro a volo, fossa olimpica, con un punteggio incredibile di 99 su 100, nuovo record del mondo e olimpico. Rossi ha venti anni ed è un talento dello sport italiano. E’ la dimostrazione che investire sui giovani è un investimento efficace e da fare anche in uno sport in cui si può gareggiare sino a oltre 40 anni. Ha dimostrato che calma e concentrazione non sono abilità che si acquisiscono solo in età più avanzate ma possono già guidare a una grande impresa una giovane atleta.

Le splendide della scherma oltre la rivalità

Le splendide della scherma sono le quattro italiane del fioretto, Errigo, Di Francisca, Vezzali e Salvatori. Hanno voluto continuare a mostrare e affermare il loro valore nonostante i successi individuali e le differenze di personalità. Sono l’esempio di come si superano le differenze per raggiungere una meta superiore, a cui senza la coesione non si potrebbe aspirare. Non basta essere le tre più forti al mondo, per vincere a squadre bisogna volerlo per davvero.

Pellegrini flop: ora si può dire

Ora si può dire che Federica Pellegrini non aveva mai fatto in allenamento quei tempi che sarebbero stati necessari per vincere. Negli sport di breve durata come i 200m, i tempi fatti in allenamento sono predittivi del proprio valore in gara. Non è come negli sport di precisione dove si può perdere per piccoli errori di precisione o nella ginnastica artistica dove una caduta può sempre avvenire. Personalmente penso che lo staff tecnico sapesse di questa sua condizione negativa e che esigenze di marketing abbiano impedito che la realtà venisse a galla. Dico questo senza alcun ombra moralista perché conosco il valore del denaro.

Gestire la finale olimpica

Sapere gestire la finale olimpica è l’incredibile nell’incredibile. Primo perché raggiungerla è un fatto eccezionale e poi perché non bisogna arrivarci mentalmente scarichi. Può sembrare strano che ciò possa succedere ma avviene più spesso di quanto non si possa immaginare. Probabilmente è stato il caso di Arianna Errigo nella finale del fioretto, di Scozzoli nel nuoto e di Occhiuzzi nella sciabola. Si può non essere pronti alla prova finale, ci si è esauriti per raggiungere quell’obiettivo e non se ne ha più. A questi atleti sarebbe stato utile uno psicologo dello sport che li avesse aiutati a ritrovare l’energia mentale necessaria a lottare al loro meglio e ad avere un atteggiamento meno determinato a vincere. Il mio ricordo personale risale a quando un atleta prima della finale olimpica di tiro a volo, in cui era entrato fra i primi sei, mi disse che aveva la nausea, che non aveva più energia e che non sapeva cosa fare. La mia risposta fu di ricordargli in pochi minuti tutto quello che aveva fatto negli anni precedenti, sacrifici e rinunce,  per raggiungere quel traguardo e che doveva andare e fare ciò che sapeva. Andò bene e vinse la medaglia d’argento

Momenti di gloria

Stanno arrivando … momenti di gloria

http://www.youtube.com/watch?v=59xsHqiNZSE

- 2 all’inizio dei Giochi

Mancano solo più 2 giorni all’inizio di Londra 2012, l’attesa sta terminando e per chi inizierà il 27 luglio sono momenti delicati in cui la tensione cresce e bisogna saperla gestire. I migliori hanno delle strategie personali, la Pellegrini si è ricaricata e riposata a casa e ora è nella bolla che crea intorno a lei e che esclude chiunque non sia portatore di calma e fiducia. Bolt rilascia interviste in cui dice che chi l’ha battuto non ci riuscirà più e fino quando non sarà sui blocchi continuerà ad allontanare l’ansia con il suo comportamento esuberante . Alcuni atleti italiani dopo avere provato i campi di gara sono di nuovo a casa e ritorneranno a Londra solo per il giorno degli allenamenti ufficiali che precedono la gara olimpica. Insomma modi diversi per gestire questa fase che serve a trovare l’umore giusto per fare la gara della vita

Alessandro Campagna e la testa

Alessandro Campagna, classe ’63, uomo-simbolo della pallanuoto azzurra, arriva a Londra da ct del Settebello campione del mondo in carica. “I ragazzi hanno bisogno della mia voce – racconta l’allenatore – tra me e loro c’è un elevato contatto psicologico e mentale. Direi un rapporto empatico, per questo la mia presenza a bordo vasca è fondamentale: devono vedermi e sentirmi. Non si governa un’ottima performance senza allenare la testa.”