L’emergere nel calcio delle problematiche personali di alcuni calciatori che hanno sviluppato una dipendenza dalle scommesse, con tutte le conseguenze negative che sono emerse, ha messo in evidenza il ruolo che dovrebbero svolgere le società sportive insieme alle famiglie di questi giovani.
La ricerca nell’ambito della coesione dei gruppi può dare un contributo significativo a questo impegno per indirizzare scelte e azioni che sarebbero utili per combattere questa problematica, così devastante per i giovani che cadono in questa trappola.
Di seguito alcune strategie da intraprendere qualora si volesse uscire dal generico “faremo di tutto per stare vicini al ragazzo”.
- enfatizzare l’importanza dell’orgoglio individuale e l’unicità del contributo personale;
- migliorare il senso di responsabilità di ognuno nei confronti della squadra e viceversa;
- aumentare le interazioni di gruppo, l’impegno al compito e il livello di coesione;
- rendere le attività coinvolgenti, dando agli atleti rinforzi per lavorare insieme, in tal modo si potrà sviluppare l’orgoglio e l’identità di squadra;
- incrementare l’identificabilità della prestazione individuale come parte del processo di squadra;
- dividere la squadra in piccole unità;
- impiegare un programma sistematico di goal setting, definendo specifici obiettivi individuali e collettivi e fornendo regolari feedback sul loro raggiungimento;
- condurre riunioni collettive e incontri individuali per comprendere e risolvere eventuali cadute motivazionali e problematiche personali. Rapporti interpersonali diretti e supportivi possono servire a stimolare la motivazione e a capire le ragioni per cui alcuni atleti non mantengono nel tempo lo stesso livello d’impegno;
- attribuire a ognuno un ruolo specifico, da tutti identificabile e percepito in termini positivi e necessari sia al singolo sia al gruppo;
- permettere agli atleti di esprimersi in modo creativo e di sentirsi appoggiati nella loro capacità di assumersi dei rischi.