Il dolore rende più umani e consapevoli dei limiti. Lo sanno tutti ma quando lo provi su di te diventa un’esperienza terrificante. Da leggere l’intervista al “cannibale” Marc Marquez, divorava i suoi avversari, ora sfrutta la loro scia: “È la legge del motociclismo: quando uno soffre, cerca di sopravvivere. Il più debole sfrutta il più forte, e io nelle qualifiche ho scelto Vinales, il migliore: un tempo seguivano me. Adesso è il mio turno”.
L’intervista parla del suo dolore dell’accorgersi quanto sia difficile fare attività normali come farsi la barba o giocare con i cani. Ha imparato che la sua testa gli dice delle cose, che il poi il suo corpo non riesce ancora. E’ come mettere un software vecchio su una macchina diversa, non funziona.
Capisci cosa vuole dire avere un’idea fissa, come si passa in un attimo dalla gioia per un progresso alla tristezza di capire quanto sei ancora lontano da come eri. In un istante la tua vita è cambiata, e tu continui a provare a ragionare come prima dell’incidente, è depressivo, non sei più in grado di fare quello che vuoi.
La lotta di Marquez è d’imparare a vivere con questa nuova consapevolezza dei suoi limiti e di continuare la cura per raggiungere una competa riabilitazione, deve anche imparare a crederci sapendo che tutto questo non è certo.
Sarà capace di diventare il cannibale anche della sua ombra, che continuamente gli mette dei dubbi?