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12 riviste di psicologia dello sport e c’è chi ancora ignora il progresso di questa scienza

Quanti fra chi afferma che la psicologia dello sport non è fondata su basi scientifiche e continua a servirsi solo del proprio buon senso psicologico o di quello che ritiene valido per se stesso per allenare gli atleti.

Quanti fra dirigenti, allenatori, atleti e genitori scelgono per svolgere un programma di allenamento mentale un motivatore o un mental coach non laureato in psicologia perché tanto quello che conta è “fare tirare fuori le palle agli atleti” motivandoli con frasi da caserma.

Quanti pensano che lo psicologo è per i deboli, è una moda, è per quelli che hanno bisogno di una pacca sulla spalla e avere qualcuno con cui lamentarsi.

A tutti questi voglio fare sapere che nel mondo esistono 12 riviste scientifiche di livello internazionale che pubblicano ogni anno i risultati delle ricerche condotte in questo ambito della psicologia in tutte le università del mondo, fornendo un contributo enorme alla conoscenza  e allo sviluppo dei sistemi di allenamento mentale e allo sviluppo dell’atleta.

Ricordatevi che non potrete dire non sapevo.

Il Motivatore

Se l’uso delle parole possiede ancora un senso, il Motivatore (inglesismo che non esiste nel vocabolario italiano) è colui che fornisce la motivazione, la passione, l’interesse per riuscire. E’ colui che agisce per motivare qualcuno a fornire determinati comportamenti. Mi sembra che questo approccio riveli una concezione passiva dell’essere umano che deve venire motivato da qualcuno altro. In psicologia è riconosciuto che gli individui si motivano da loro stessi e che gli altri sono importanti nel fornire delle ragioni per rafforzare modi di pensare e di essere già esistenti. Infatti la preparazione mentale a un evento è  un percorso di ampliamento della consapevolezza e di affinamento delle competenze mentali e sociali che permetterranno di affrontarlo in una condizione che per quella singola persona sarà quella ottimale. Inoltre i motivatori sono persone laureate in materie non psicologiche o non lo sono affatto che hanno scoperto di avere qualità psicologiche che li portano a influenzare altre persone e che hanno acquisito alcune tecniche psicologiche che spesso afferiscono alle PNL e all’ipnosi. Queste loro convinzioni gli permettono di essere certamente più aggressivi e propositivi rispetto agli psicologi. Per contrastare la diffusione di questo ruolo gli psicologi devono essere più visibili sul mercato del lavoro con proposte di qualità, devono essere percepiti come utili dai loro potenziali clienti, devono smettere di piangersi addosso e devono promuovere in modo incessante la loro professionalità.

Il motivatore continua a diffondersi

Quando durante il raduno della Lega si sente dire alla folla dei militanti: “il filmato che abbiamo visto prima di Braveheart carichiamoci tutti” vuole dire che chi comanda crede che bastino frasi d’incitazione per cambiare; è una concezione bruta dell’essere umano. Bene questi, i motivatori, sono nostri avversari professionali, dobbiamo dimostrare di essere più bravi. Vedilo su: http://tv.repubblica.it/copertina/maroni-e-castelli-fanno-le-foto-col-telefonino/71054?video=&ref=HREA-1