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Nadal ci ricorda che la sua filosofia è: “Non mi lascio andare, cerco in ogni momento la soluzione, vediamo fino a dove può arrivare il mio avversario, deve dare il meglio per vincere”.
Per raggiungere questa mentalità bisogna orientare i giovani a:
- Pianificare, monitorare e regolare maggiormente i loro pensieri in relazione a compiti differenti.
- Concentrarsi sul compito, migliorare il monitoraggio degli obiettivi e la volontà di cambiare strategia dopo un risultato negativo.
Il ruolo dell’allenatore:
- Incoraggiare la riflessione e fornire strategie di miglioramento dopo errori. Le strategie possono riguardare aspetti tecnici o la richiesta di maggiore impegno e persistenza.
- Mostrarsi entusiasta, con una elevata interazione, obiettivi definiti e feedback supportivi.
Nadal mindset
1 “Perdere non è il mio nemico, la paura di perdere è il mio nemico” .
2. “Il successo non è la vittoria, ma tutto ciò per cui hai lottato.”
3. “Ammiro la mentalità nello sport più dell’aspetto fisico perché la prestazione fisica è molto più facile da praticare che mentale”.
4. “Le cose non cambiano da sole, devi farle cambiare.”
5. “Quando vuoi qualcosa con abbastanza intensità, nessun sacrificio è troppo grande.”
6.”Lavori mentalmente quando esci in campo tutti i giorni e non ti lamenti. Quando giochi male hai problemi o soffri… Metti l’atteggiamento giusto, la faccia giusta e non ti senti negativo nonostante problemi che ti stanno accadendo”.
7. “La famiglia è molto importante, mi fanno stare bene ogni giorno, perché se ho vinto, quando ho iniziato a diventare famoso, il rapporto con i miei amici e la mia famiglia non è cambiato”.
(Frasi raccolte da Lluis Crespo Casado)
8. “Sostenere significa accettare. Accetta le cose come sono e non come vorresti che fossero, e poi guarda avanti, non indietro”.
9. “Ci sono momenti in cui le cose vanno bene e altri in cui non vanno così bene. La sconfitta e la vittoria fanno parte della nostra vita. Ci conviviamo quotidianamente e dobbiamo accettare entrambe le cose allo stesso modo”.
10. “Realizzare ciò che hai sognato ti rende felice, ma soprattutto ti rende felice ricordare lo sforzo impiegato per raggiungerlo”.
Oltre avere una psicologia da irriducibile forse questo è il segreto più importante del successo di Nadal: “Ho passato un sacco di momenti difficili, un sacco di giorni di duro lavoro senza vedere la luce, ma continuando a lavorare e ricevendo un sacco di sostegno dalla mia squadra e dalla famiglia”
“Quindi un sacco di conversazioni con la squadra, con la famiglia su cosa può succedere o cosa succederà se le cose continuano così, pensando che forse era un’occasione per dire addio. Non era molti mesi fa. “Per essere dove sono oggi, non posso spiegare a parole quanto sia importante per me in termini di autocompiacimento ed essere grato per il supporto”.
“Ogni singolo giorno. Per molti mesi, a volte andavo in campo con la squadra e non ero in grado di allenarmi per 20 minuti, oggi per 45 minuti, e poi a volte ero in grado di allenarmi per due ore. Era molto difficile da prevedere ogni singolo giorno e stavo lavorando con il medico, cercando di trovare una soluzione.”Come ho detto un sacco di volte, quando si torna da infortuni che, purtroppo lo so molto bene, le cose sono sempre difficili e hai bisogno di andare giorno per giorno”.
“Hai bisogno di accettare gli errori. Devi perdonare te stesso quando le cose non vanno nel modo giusto, perché questo è l’unico modo. “Sai che all’inizio le cose saranno difficili.
“Certo, non avrai le migliori sensazioni a volte in campo, ma rimanere positivi, giocare con la giusta energia e, naturalmente, essere nel tour, allenarsi con i ragazzi e vincere le partite, di sicuro, aiuta e la scorsa settimana è stata importante per me”.
Una domanda a Nadal: “Perché non getta mai la racchetta?”.
Risposta: “Perchè da piccolo mi hanno insegnato che non si fa. Sono io che sbaglio; non la racchetta”.
Talvolta le risposte più semplici sono quelle più giuste!
Giocare per essere il più competitivo. Sembra essere questo lo scopo di Nadal, e non per diventare di nuovo il n.1 o superare Federer per numero di vittorie.
Nadal gioca a tennis perché gli piace questo sport ed è costantemente impegnato al massimo per mantenere il più a lungo possibile questa opportunità. Ha capito e integrato in lui che per vincere non bisogna avere la preoccupazione di vincere, ma che solo la dieta per lui migliore, l’allenamento per lui migliore, la cura di se stesso per lui migliore determinano l’uomo più competitivo in campo.
E’ ciò che avviene prima che determina cosa farà in campo. La partita rappresenta l’apice di questa preparazione rivolta a provare il massimo del piacere nel dimostrare a se stessi e al mondo la propria competitività.
Nadal dice che il tennis è uno sport difficile e solitario in cui l’aspetto mentale è dominante su ogni altra cosa. E’ una descrizione di questo gioco, professione, che spiega in poche parole quanto sia difficile avere successo nel tennis e contiene in sé la ragione per cui in tanti partono ma pochissimi diventano giocatori di alto livello, entrando a fare parte dei primi 100 al mondo. Il tennis è uno sport che mette a dura prova la fiducia in se stessi, perchè al termine di ogni scambio di gioco uno perde e l’altro vince e questo si ripete per decine di volte, distanti pochi secondi l’una dall’altra. Sottoporre se stessi a questa sottile tortura è ciò che amano e odiano i tennisti, ma quando ci si trova dentro questo tritacarne di alti e bassi, che stimolano sentimenti contrastanti sono pochi quelli che resistono alla tentazione di mollare e mantengono alta la fiducia in se stessi.
Mi piace definire “maestosa” la partita di Nadal contro Ferrer. Nadal ha mostrato una grande aggressività su ogni colpo senza però avere mai fretta di concludere. Le espressioni del suo volto sono lì a testimoniarlo.
La partita tra Nadal e Ferrer terminata a favore del primo per 7/6, 6/0 è l’esempio di come un match si vinca e si perda a causa della mente. Nel primo set Ferrer è sempre stato in vantaggio, anche se di poco, giungendo sino al tie break e poi ha perso facendo 48 punti contro i 50 di Nadal. A questo punto la reazione sarebbe dovuta essere, “Ho perso di pochissimo, gioco alla pari anche il secondo set.” La storia è stata nei fatti esattamente l’opposto: 6/0 per il vincitore. Non si può attribuire questo risultato disastroso a una caduta nel fisico. Sarà stato anche stanco, ma è apparso mentalmente esaurito, un giocatore così forte non può accettare di essere umiliato sul campo. Non sappiamo cosa abbia pensato in quei momenti, ma una partita persa in questo modo lascerà un segno profondo in Ferrer. Perdere fa male, ma perdere in questo modo, senza essere mai stati competitivi nel secondo set, crea delle crepe nella fiducia che non è facile eliminare. I giocatori lo sanno, puoi cercare di mascherarlo agli altri ma sai che hai ceduto, che non hai reagito, questo è il ora il suo problema. Dovrà darsi da fare per liberarsene.
La mente è importante ma non può aiutare a vincere quando non si è in forma. La prova di Nadal nella finale degli Internazionali di tennis è stata una prova in cui Nadal si è trovato sempre a vincere il set successivo a quello messo a segno da Djokovic. A mio avviso è stato un esempio di quanto forte è il desiderio di restare attaccati all’avversario anche quando non si è in condizione di battersi al massimo delle proprie possibilità. Nadal non ha mai rinunciato e Djokovic ha dovuto giocare al meglio per vincere questo match. E’ stato un ottimo esercizio di tenacia e di espressione di quello che dovrebbe essere l’atteggiamento migliore da mettere in campo anche quando non si è in piena forma.