Ora si può dire che Federica Pellegrini non aveva mai fatto in allenamento quei tempi che sarebbero stati necessari per vincere. Negli sport di breve durata come i 200m, i tempi fatti in allenamento sono predittivi del proprio valore in gara. Non è come negli sport di precisione dove si può perdere per piccoli errori di precisione o nella ginnastica artistica dove una caduta può sempre avvenire. Personalmente penso che lo staff tecnico sapesse di questa sua condizione negativa e che esigenze di marketing abbiano impedito che la realtà venisse a galla. Dico questo senza alcun ombra moralista perché conosco il valore del denaro.
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Mancano solo più 2 giorni all’inizio di Londra 2012, l’attesa sta terminando e per chi inizierà il 27 luglio sono momenti delicati in cui la tensione cresce e bisogna saperla gestire. I migliori hanno delle strategie personali, la Pellegrini si è ricaricata e riposata a casa e ora è nella bolla che crea intorno a lei e che esclude chiunque non sia portatore di calma e fiducia. Bolt rilascia interviste in cui dice che chi l’ha battuto non ci riuscirà più e fino quando non sarà sui blocchi continuerà ad allontanare l’ansia con il suo comportamento esuberante . Alcuni atleti italiani dopo avere provato i campi di gara sono di nuovo a casa e ritorneranno a Londra solo per il giorno degli allenamenti ufficiali che precedono la gara olimpica. Insomma modi diversi per gestire questa fase che serve a trovare l’umore giusto per fare la gara della vita
La Pellegrini si lamenta dell’attenzione mediatica che è intorno a lei, quando è stata lei stessa a cercarla per creare il suo personaggio. Non ci vedo nulla di male nella notorietà che ha raggiunto non solo tramite i risultati sportivi ma anche per mezzo del marketing di se stessa che qualcuno le avrà pianificato. La questione è che una volta messa in moto la macchina mediatica non si ferma quando lo decide lei … quindi impari a conviverci come fanno tutti i campioni.
Le prestazioni agonistiche di Federica Pellegrini rappresentano un caso interessante da studiare. La storia è presto detta: una fuoriclasse fornisce ai campionati continentali una prestazione molto insufficiente a quello che ci si aspettava e si adducono valutazioni che si basano sulla sua stanchezza e comunque su una componente fisiologica. Per cui, d’accordo, si sottoporrà agli esami necessari per verificare e attestare l’integrità della sua salute fisica. La mia domanda esula dalla persona Pellegrini, potremmo parlare di qualsiasi altro/a fuoriclasse del nuoto. Mi chiedo come sia possibile con i mezzi odierni di valutazione del livello di forma di un atleta non riconoscere in precedenza gli antecedenti della fatica, così da evitare all’atleta di vivere una situazione di certo non piacevole e tantomeno utile. Se poi si scoprisse che la componente fisiologica è a posto, allora emergerebbe la rilevanza dell’aspetto mentale. Se la fatica fosse quindi mentale perchè non dare più spazio all’allenamento mentale? Sono quesiti che ovviamente non troveranno nessuno interessato a rispondere, ma sono convinto che siano essenziali nella gestione di una fuoriclasse.