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Anche i campioni del mondo devono gestire le loro emozioni

I dati della ricerca che emergono da TAIS Performance Systems e da me elaborati mettono in evidenza che la gestione delle emozioni è un aspetto decisivo per tutti gli atleti siano essi di livello di College, di livello livello internazionali o campioni del mondo. Infatti, i risultati qui sotto riportati evidenziano come anche i vincitori del campionato del mondo nella loro specialità ritengono le emozioni possano essere un fattore di disturbo significativo e che, di conseguenza, devono gestire in modo efficace.

Si considerano più bravi rispetto al gruppo denominato atleti, che comprende giovani di livello internazionale nel loro sport. Al contrario, emerge che nel mondo del lavoro i manager, uomini e donne, si percepiscono molto meno emotivamente influenzabili rispetto ai campioni del mondo. Probabilmente su questa differenze di percezione pesa la differenza di età anche molto significativa e le caratteristiche delle prestazioni, che nello sport sono tipicamente individuali e avvengono in tempi brevi, abbastanza frequenti, prestabiliti e senza possibilità di rinvio. Gareggiare ogni settimana come negli sport di squadra, nel tennis, nello sci e molti altri determina un continuo salire e scendere della propria condizione emotiva e richiede un controllo costante e frequente degli propri stati d’animo. Questo spiega la ragione per cui anche gli atleti vertice mondiale seguono programmi di preparazione psicologica.

Essere consapevoli dei propri punti di forza

Una difficoltà che incontrano gli atleti, e in misura più rilevante quelli più giovani, è relativa al parlare dei propri punti di forza, mentre sono molto più centrati sul parlare dei loro errori.

Certamente non è sbagliato avere consapevolezza dei propri errori e impegnarsi a superarli con l’allenamento.

In gara è valido l’opposto. E’ più utile concentrasi su cosa fare per gareggiare al meglio e questo avviene solo mettendo in atto le proprie competenze migliori.

A questo riguardo spesso gli atleti dicono: “Sono molto concentrato a correggermi e penso poco a quello che so fare”.

L’obiettivo dovrebbe essere duplice: allenarsi per migliorare ma essere anche consapevoli delle proprie abilità (fisiche, tecnico-tattiche e mentali).

Si può ad esempio partire dagli obiettivi di prestazione e e stimolare gli atleti a identificare le competenze che servono per raggiungerli, in altre parole, stimoliamoli a riflettere e a scrivere quali sono i loro punti forti, cosa fanno quando gareggiamo al meglio, così da mettere nel loro desktop mentale le abilità di cui servirsi in gara e soprattutto quelle che vogliono utilizzare maggiormentenei momenti decisivi e di maggior pressione agonistica.

 

Affrontare la nostra paura dell’avversario

Affrontare le proprie paure è un aspetto fondamentale nella formazione dei giovani atleti. Parlare dell paure che si provano le competizioni serve per capire sono parte dell’impegno agonistico e non un sintomo di chissà quali problematiche psicologiche. Quindi, parliamo con i nostri atleti delle loro paure, di cosa li blocca durante una partita, di quali sono le situazioni che determinano il manifestarsi di questa emozione.

Spesso gli atleti si lamentano di aver gareggiato subito contro avversari più forti di loro, succede negli sport di squadra ma anche in quelli individuali di opposizione (dal tennis al pugilato, dalla scherma alla lotta). E allora che si fa? Ci si adatta a questo timore e si rinuncia perché nella nostra mente il risultato appare scontato? Direi che questo è ciò che spesso accade. Magari anche con la partecipazione degli allenatori che concepiscono la paura come un’emozione che provano le persone deboli o loro stessi non sanno come allenare la convinzione nei loro atleti.

Come psicologi della prestazione abbiamo il dovere di trasmettere l’idea, ad allenatori e atleti, che con il lavoro si vincono le paure. Quindi affrontiamo questa tematica apertamente con gli atleti chiedendo: “Quali sono le vostre peggiori paure?”. Lasciamoli esprimere in relazione ai comportamenti che mostrano in quesi momenti e poi iniziamo con loro un lavoro basato sulla consapevolezza, sulla ridefinizione della paura come step dello sviluppo psicologico dell’atleta e insegnano strategie e tecniche psicologiche siano però strettamente correlate al tipo di sport e alle caratteristiche di ogni atleta.

Come vivere le prestazioni peggiori

Voglio riproporre questo blog, poiché sapere reagire a pessime prestazioni è una capacità importante, non facile da imparare e ancora una volta sono i grandi campioni che indicano la strada da seguire per raggiungere questo obiettivo così importante per ogni atleta, anche giovane.

Se sei un campione lo fai capire da come affronti le sconfitte e Tiger Woods lo è.

Un giorno, dopo il punteggio peggiore della sua carriera, Tiger Woods ha giocato la fase finale del Torneo Memorial come se fosse una domenica qualsiasi. Indossava la camicia rossa. Ha giocato con lo stesso ritmo. Ha gettato fili d’erba in aria per giudicare il vento e si è accucciato a leggere i putt più importanti. L’unica differenza era che ha giocato da solo e non coppia. Ha anche tolto da solo un’asta della bandiera quando il suo caddy era occupato a rastrellare un bunker.
“Solo perché sono in ultima posizione non cambia come gioco a golf”, ha detto. “Se è il primo giorno o l’ultimo giorno, non importa. Bisogna giocarsela tutta”

“Questo è uno sport solitario”, ha detto Woods. “Questa è una delle cose più difficili del gioco del golf, ed è anche una delle cose migliori del gioco del golf. Quando sei su, nessuno ti può rallentare. Quando sei fuori, nessuno ti viene a prendere. E’ duro ma devi affrontarlo.

L’attenzione è l’unica cosa che conta nel momento della verità

“Global fitness” significa darsi un vantaggio che conduce al successo

Nel lavoro come nello sport l’arena competitiva è l’ampiezza del mondo. I vantaggi tecnici e tattici stanno rapidamente scomparendo. Bisogna fare meglio in minor tempo e con una pressione sempre maggiore, diventa così critica la capacità di sapersi concentrare, di gestire le emozioni e stabilire rapporti interpersonali vincenti. Questa è la condizione che stiamo affrontando. I nostri sistemi per l’incremento delle prestazioni combinano i risultati delle ricerche psicologiche condotte nello sport e nel mondo del lavoro per dare la spinta vincente. Quando ci serviamo di parole come selezione, team building, coaching e competizione sappiamo di cosa stiamo parlando.

ATTENZIONE

Cos’hanno in comune i manager migliori  con gli atleti di élite e i corpi speciali dell’esercito – l’abilità a prestare attenzione, a non farsi distrarre e a rimanere focalizzati su un compito alla volta. Quale sia il tuo lavoro non potrai fornire prestazioni efficaci se non sei concentrato.

IL QUESTIONARIO: IL TAIS

Cei Consulting ha elaborato la versione italiana del questionario che ha sviluppato Enhancement Performance Systems(EPS).

E’ lo strumento più efficace per valutare le abilità attentive e interpersonali messe in atto dai singoli individui, squadre e aziende per fornire prestazioni sempre migliori.

Diversamente da molti altri programmi, viene impiegato uno strumento basato sulle’analisi delle prestazioni -Test di Stile Attentivo e Interpersonale (TAIS) – per ottenere informazioni utilizzabili in un ampio numero di situazioni, passando dal coaching dei manager alla selezione del personale.

Il TAIS è un questionario di autovalutazione composto da 144 item, riferiti alla prestazione. Il TAIS evidenzia una relazione diretta fra le caratteristiche di personalità, quelle attentive e le prestazioni. Il TAIS è stato costruito per aumentare l’abilità a comprendere, predire e controllare le azioni degli individui fortemente efficaci. E’ l’unico questionario di questo tipo che esiste al mondo.

ECCELLERE:  NON SOLO UNA LUSINGA

Non deve sorprendere che nel mondo del business sia frequentemente utilizzata la metafora dello sport.

Ambedue i contesti richiedono pianificazione strategica, enfatizzano la competizione e richiedono la capacità di fornire prestazioni eccellenti sotto pressione. EPS è stata fondata da un leader della psicologia dell’eccellenza negli Stati Uniti, il Dr. Robert Nideffer.

Il TAIS è stato utilizzato per selezionare e migliorare le prestazioni di alcuni fra gli atleti e le squadre più importanti al mondo. Nello sport è estremamente importante per l’allenatore servirsi di questo programma di miglioramento. Perchè nello sport, diversamente dal mondo del business in cui gli errori vengono magari scoperti dopo anni, la situazione è molto più chiara e tutti sanno cos’è che va e non che non va.

Oggi anche il business richiede  rapidi cambiamenti strategici e velocità nei processi decisionali e la necessità dei manager, quindi, di sapersi attrezzare ad affrontare queste nuove sfide.

Contattataci via email per avere più informazioni: info@ceiconsulting.it