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Esiste in Italia una cultura sportiva diffusa?

Può un Paese con il più alto tasso di bambini in sovrappeso e obesi d’Europa, nonché con una elevatissima percentuale di adulti sedentari essere considerato un Paese con una cultura sportiva diffusa, definita e condivisa?

Non sarà che è proprio il modello rappresentato dal genitore sedentario a determinare il sovrappeso del bambino?

Non sarà che è l’assenza dell’attività motoria negli asili nido e nella scuola elementare a determinare la convinzione che lo sport e il movimento sono qualcosa di periferico nello sviluppo del benessere di un giovane?

Non sarà che portare i propri figli a giocare all’aperto sia considerato come faticoso, mentre è più facile lasciarli a guardare i cartoni in TV o a giocare con la play station?

Non sarà che considerare il laureato in scienze motorie e il prof di educazione fisica come laureati e insegnanti di valore minore rispetto agli altri colleghi della scuola, non serva a continuare a svalutare il valore dello sviluppo dell’essere umano tramite il movimento?

Non sarà che considerare lo sport come un’attività del tempo libero e non come un’attività che serve anche a migliorare il rendimento scolastico porti a una sua sottovalutazione cronica da parte della scuola e dei genitori?

Non sarà che non condividere lo sport con i figli e i loro amici sia un modo per non portarli a svolgere attività all’aria aperta?

 

 

 

 

20 minuti al giorno di attività fisica per ridurre di due volte il rischio obesità

La mancanza di esercizio fisico aumenta di due volte la probabilità di diventare obesi e una pausa quotidiana per camminare 20 minuti consente di evitare una morte prematura.

Gli effetti dell’obesità e dell’attività fisica sono stati studiati su 334.161 uomini e donne per 12 anni di periodo. Anche se l’impatto di esercizio è stato maggiore tra le persone di peso normale, anche quelli con un alto indice di massa corporea ne hanno tratto beneficio. Si ritiene che la mancanza di esercizio sia stata nel 2008 la causa di quasi 700.000 morti in tutta Europa.

Il responsabile di questo studio Ulf Ekelund – Medical Research Council (MRC) unità di epidemiologia, Università di Cambridge, ha dichiarato: “Il messaggio è semplice: anche solo una piccola quantità di attività fisica ogni giorno potrebbe determinare  benefici sostanziali sulla salute  delle persone che sono fisicamente inattive. Anche se abbiamo scoperto che bastano solo 20 minuti per fare la differenza, dovremmo comunque farne di più – l’attività fisica ha molti benefici per la salute e dovrebbe essere una parte importante della nostra vita quotidiana”.

I partecipanti alla ricerca, che aveva un’età media di circa 50 anni, sono stati reclutati per la Studio prospettico europeo sul cancro (EPIC) che è stato condotto in 10 paesi europei. Di tutti i partecipanti alla ricerca sono stati raccolti i dati seguenti: altezza, peso e vita misurati e autovalutazioni dei livelli di attività fisica.

Poco meno di un quarto (22,7%) sono stati classificati come inattivi e svolgono lavori sedentari senza impegnarsi in qualsiasi attività fisica.

I risultati, pubblicati sull’American Journal of Clinical Nutrition, hanno messo in evidenza che si ha una riduzione più evidente del rischio di morte prematura quando si confrontano i gruppi moderatamente attivi con quelli che erano completamente inattivi.

Utilizzando i  dati più recenti disponibili, i ricercatori hanno calcolato che 337.000 delle 9,2 milioni di morti che si sono verificate in Europa nel 2008 potrebbero essere attribuite all’obesità e si ritiene che l’inattività fisica sia stata responsabile di quasi il doppio e cioè 676 mila morti.

Il co-autore, Nick Wareham – direttore dell’unità di epidemiologia MRC, ha detto: “Aiutare le persone a perdere peso può essere una vera sfida e, mentre dobbiamo continuare a puntare a ridurre i livelli di obesità nella popolazione, interventi di sanità pubblica che incoraggiano le persone a fare piccoli ma realizzabili cambiamenti nell’attività fisica possono avere  benefici significativi per la salute e possono essere più facili da raggiungere e mantenere. ”

In sostanza, la ricerca suggerisce che anche solo un modesto incremento dell’attività fisica può avere benefici per la salute. Gli adulti dovrebbero mirare a fare almeno 150 minuti di attività moderata intensità a settimana, in sessioni di 10 minuti o più. Che si tratti di fare una passeggiata, fare un giro in bicicletta o utilizzare le scale invece dell’ascensore, mantenersi attivi ogni giorno contribuirà a ridurre il rischio di sviluppare una malattia coronarica.

Così piccoli e già sedentari

Ho scritto ieri dell’importanza del ruolo dei genitori nel determinare lo stile di vita fisicamente attivo o passivo dei loro figli. Oggi sono usciti i risultati poco confortanti della ricerca intitolata “Piccoli più”, progetto nazionale finanziato e promosso dal Centro Nazionale di Prevenzione e Controllo delle Malattie – Ministero della Salute. Lo studio è basato sull’osservazione di 3 mila bambini in cinque città italiane. I partecipanti allo studio sono stati studiati attraverso questionari compilati dai genitori e con visite a 6, 12, 24 mesi di vita. Purtroppo i risultati dimostrano il ruolo negativo e non educativo svolto da molti genitori già nel primo anno di vita, che con il loro stile di vita stimolano i figli alla sedentarietà.

Peso forma - Confrontando i pesi e le altezze dei bambini partecipanti al progetto con le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità, risulta che a 12 mesi il 23,4% dei maschi e il 22,1% delle femmine è al di sopra del valore soglia utilizzato per definirli in sovrappeso. L’obesità infantile è già presente al primo anno.

Incidenti  nel 1° anno di vita - Il 21,2% dei bambini ha avuto un incidente nei primi 12 mesi di vita, in gran parte una caduta da un piano rialzato che ha reso necessario il pronto soccorso.

Uso di Tv, Pc e tablet - Il 72% dei genitori dichiara che il bambino di un anno rimane davanti alla televisione o ad altro media elettronico (PC, tablet, smartphone) acceso, senza differenze tra giorni feriali o fine settimana. Nel 21% dei casi l’esposizione è già superiore ad 1 ora al giorno. L’8% dei genitori ha dichiarato di lasciare il bambino da solo davanti alla televisione.

Muoversi - Solo 1 donna su 4 ha praticato sport durante la gravidanza in maniera non saltuaria. Inoltre 1 donna su 3 ha riportato di essersi cimentata almeno una volta alla settimana in attività come passeggiare a passo spedito o andare in bicicletta, in media per 3-4 ore alla settimana.