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Tiro a volo e mente

Sono a Belgrado ai campionati del mondo di tiro a volo. Sport poco conosciuto e che ogni olimpiadi regala qualche medaglia all’Italia. E’ uno sport che spesso non piace perchè l’attrezzo sportivo è un’arma che viene associata alla guerra e alla caccia. In ogni caso è uno sport pacifico che richiede un prontezza mentale degna di uno sprinter, con la differenza che ogni partenza viene ripetuta per 125 volte, quanti sono i tiri da effettuare. La preparazione di un solo tiro dura 7/8 secondi e l’azione susseguente di tiro è della durata di 60 centesimi di secondo. Talvolta questi atleti quando sono sotto pressione riescono a distrarsi proprio dutante questa manciata di secondi. Perchè ciò non succeda l’allenamento mentale è per loro fondamentale ed è teso a determinare quella condizione mentale che gli permette di restare focalizzati solo sulla loro azione tecnica e non sull’idea di dovere rompere il piattello.

Il talento assoluto di Jessica Rossi

Jessica Rossi, 19 anni, ha vinto ieri a Pechino la prova di Coppa del Mondo di tiro a volo, specialità fossa olimpica. Non c’è questa notizia sui giornali di oggi che sono allietati invece dalle multe e dagli scherzi di Balotelli. Questa atleta, che ha già vinto un mondiale senior quando era minorenne, è sicuramente uno dei giovani talenti sportivi italiani insieme a Manassero e alla Pellegrini (mi scuso se non conosco altri che non cito).

L’Iran in cerca di nuovi successi nello sport

L’esperienza in Iran è stata sicuramente molto positiva. Una settimana di corso di formazione con 15 allenatori, di cui tre donne, motivati a capire cosa e come fare per migliorare. Hanno un progetto che ha lo scopo di diventare più competitivi a livello dei Giochi Asiatici e di aumentare il numero di partecipanti alle Olimpiadi. In questo corso di 48 ore i temi dell’allenamento e della preparazione alla gare sono stati trattati sotto tutti i punti di vista (tecnico, mentale, fisico, giovani e atleti evoluti). L’interesse verso la preparazione psicologica è sentito come un aspetto importante della vita dell’atleta e dell’allenatore. Dire che tutti parlavano inglese non è scontato giacchè qui da noi non sarebbe altrettanto facile. Vi è un altro mondo, di cui siamo poco consapevoli, che progetta il suo futuro, invita esperti e vuole ottenere risultati. Questo non vale solo per l’Iran, è lo stesso in Kuwait ( di cui vi erano alcuni allenatori) o per l’India (di cui Marcello Dradi, l’organizzatore di questo corso è allenatore). Il mondo sportivo si sta spostando a Oriente in termini di nuove progettualità e di investimenti, non a caso il Qatar organizzerà i Mondiali di Calcio e una squadra del Congo va in finale nella Coppa Intercontinentale. Ennio Falco, a questo riguardo, ha ricordato che sino a 15 anni fa nel tiro a volo se battevi il tuo compagno di squadra e qualche altro atleta europeo e nordamericano quasi certamente vincevi. Ora, invece, è molto diverso vi sono almeno altri 15/20 atleti molto forti che possono competere per una medaglia e la maggior parte di questi vengono dall’Asia. In Iran vi sono alcuni psicologi dello sport che hanno una formazione nordamericana e che seguono le squadre anche durante le gare internazionali più importanti, tre di loro hanno partecipato a questi ultimi Asian Games. Ho parlato con Shamsi Monfared, che ha pubblicato un articolo sull’International Journal of Sport Psychology sugli atleti iraniani (3, 2009, www.ijsp-online.com) e mi ha detto che come psicologi organizzano workshop con esperti stranieri sugli aspetti applicativi e professionali della psicologia dello sport. In sostanza, non solo i paesi anglosassoni vogliono essere sempre più competitivi ma anche nazioni come l’Iran e molti paesi asiatici vogliono acquisire nuovi spazi e competenze.