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Mo Farah post contro Trump

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On 1st January this year, Her Majesty The Queen made me a Knight of the Realm. On 27th January, President Donald Trump seems to have made me an alien.

I am a British citizen who has lived in America for the past six years – working hard, contributing to society, paying my taxes and bringing up our four children in the place they now call home. Now, me and many others like me are being told that we may not be welcome. It’s deeply troubling that I will have to tell my children…

I nuovi signori dei tranelli: la FIFA

“Si tratta di una corruzione dilagante, sistemica e che affonda le sue radici all’estero e qui negli Usa. Coinvolge almeno due generazioni di dirigenti che hanno abusato delle loro posizioni per oltre 20 anni per intascare milioni di dollari in tangenti. Vogliamo che il calcio resti libero:abbiamo arrestato i dirigenti Fifa per evitare casi di frodi internazionali”
Loretta Lynch, procuratore generale degli Stati Uniti

Hillary Clinton: essere una di famiglia

Sobrio, deciso, fiero e responsabile sono a mio avviso le quattro parole che possono definire il messaggio con cui Hillary Clinton si è candidata per le presidenziali USA. I suoi testimoni nel video sono le persone che s’incontrano ogni giorno e con cui ognuno si può identificare. Clinton vuole essere il loro campione e lo ha detto con un messaggio di poco più di 2 minuti centrato sulle famiglie, le coppie gay e il lavoro. Il video rappresenta un ulteriore evoluzione del “Yes we can” di Obama quando afferma: “Ogni giorno gli americani hanno bisogno di un campione. Io voglio essere quel campione”. E’ evidente che è la comunicazione di una donna che, anche se molto potente, vuole convincere con un messaggio che è sobrio nelle parole e nei toni. Nel contempo esprime nel finale la sua convinzione fiera che non ha bisogno di affermarsi con aggressività, ma che vuole fare percepire in modo netto la vicinanza empatica con le idee che sono state espresse dai suoi testimoni. Hillary Clinton nel suo messaggio esalta “il culto dell’individuo medio”, di cui si fa rappresentante e ne vuole promuovere il benessere. Questo passaggio è un aspetto chiave della cultura americana in cui è presente la consapevolezza che ogni persona vive in una famiglia o all’interno di una rete sociale in cui dovrebbe prosperare. Ognuno è quindi parte di un gruppo e il gruppo non abbandona anzi è responsabile dell’individuo. Questo concetto viene ora ampliato a tutto il paese e non solo ai singoli individui nel passaggio in cui Clinton afferma: “perché quando le famiglie sono forti, l’America è forte”.  Clinton dovrà però provare a liberarsi dall’essere percepita come appartenente al club dei privilegiati e dei ricchi, e nei due minuti della presentazione della candidatura ha iniziato questo cambiamento verso una dimensione di se stessa come persona socievole, che negli USA è una valore fondamentale per essere riconosciuti come parte del gruppo. Per essere vincente dovrà mostrarsi amichevole ed essere considerata membro della comunità, perché questo lavoro di adattamento alle realtà sociali che vuole rappresentare la farà percepire come sincera e affidabile e soprattutto non appartenente all’establishment che esclude anziché includere. A questo riguardo è ancora oggi valido quanto scritto nel 1968 da J. Ruesch, psichiatra, e G. Bateson, antropologo: “Il bisogno fondamentale dell’americano di muoversi all’interno di un gruppo e la sua preoccupazione di essere socievole, hanno portato a un’organizzazione molto avanzata e a una differenziazione all’interno del gruppo … Quella fiducia che un inglese trae dal fatto di sapere che il sistema giudiziario e la polizia difendono la legge e l’ordine, il cittadino americano la ricava dalla convinzione che il gruppo lo sosterrà e, se necessario, eserciterà pressioni per difenderlo. Nessun americano perciò tralascerà sacrifici o sforzi per far parte di un gruppo e sottostare agli scopi generali e, in cambio, si aspetterà di essere protetto dal gruppo per essere entrato in gioco”. Se Clinton riuscirà di conseguenza a vincere lo scetticismo che la circonda,  si conquisterà l’approvazione degli elettori e potrà veramente lottare per il successo finale.

US: 87% dei genitori preoccupati del rischio infortuni nello sport

Negli Stati Uniti gli sport giovanili stanno diventando sempre più competitivi, e la maggior parte dei genitori credono che i loro figli ne soffrano.

Secondo un nuovo sondaggio nazionale pubblicato dal espnW: Women + Sport summit, i due terzi dei genitori ritiene che ci sia “troppa enfasi sul vincere piuttosto che sul divertirsi” e  l’87% è preoccupata per il rischio di infortunio nello sport.

I genitori sono più preoccupati dei traumi fisici che avvengono sui campi di football delle scuole, che ultimamente sempre più di frequente sono  in prima pagina. Proprio la scorsa settimana, sono morti tre giocatori di football delle scuole superiori in Alabama, North Carolina e New York, probabilmente a causa di infortunio.

Le preoccupazioni dei genitori sarebbero alla base del calo nella partecipazione sportiva dei  giovani avvenuta negli ultimi anni. Nel 2008, il 44,5% dei bambini di 6-12 anni aveva partecipato a sport organizzati da società sportive. Menre solo il 40% dei bambini lo ha fatto nel 2013, secondo la Sport & Fitness Industry Association. Football, basket, baseball e calcio hanno tutti registrato una flessione a due cifre in partecipazione.

(Fonte: Time)

L’ultramaratona più dura

Dangerous: Despite the warning signs, these racers continue running through the extreme heat

L’ultramaratona più dura al mondo si svolge in California nel mese di luglio nel Parco Nazionale della Valle della Morte

La rivoluzione del benessere

La Wellness Revolution americana parte dallo Spelman College di Atlanta, dove il rettore Beverly Tatum ha deciso di abbandonare gli “sport-spettacolo”, i grandi campionati nazionali di football, basket, baseball, atletica leggera per tornare alla vera attività fisica, investendo su attività che costano pochissimo e rendono molto per la loro incidenza sulla salute e il benessere. Nell’antica università femminile di Atlanta hanno fatto la loro comparsa i corsi di pilates, zumba, yoga e arti marziali. Ma il college guidato dalla Tatum non è il solo: a scegliere gli sport meno costosi e inquinanti ci sono anche una pattuglia di altri atenei, dal New York City College of Technology alla University of Maryland: un esperimento che potrebbe presto trasformarsi in una vera e propria rivoluzione. Nel suo college le 80 atlete costano 900.000 dollari all’anno, che se fossero distribuiti fra tutte le studentesse permetterebbe a tutte di avere quotidianamente accesso a corsi di attività fisica . E’ la sconfitta del gigantismo sportivo delle università ed evidenzia che la lotta al doping, al bullismo degli allenatori e ai costi di questo tipo di sport è efficace purtroppo solo abbandonando lo sport agonistico esasperato. E come fa notare Federico Rampini su www.Repubblica.it“non si conoscono ancora casi di yogi rovinati dagli steroidi”.

President Beverly Tatum says the school decided it was time to change its focus.

We have to ask ourselves: What is the cost of the program and who is benefiting? How many people are benefiting? Is the benefit worth the cost?

Tatum went on to say that the goal is to positively impact the health issues that African American women have faced:

We know that 4 out of 5 women of African descent [are] overweight or obese. We know that black women are twice as likely to develop Type 2 diabetes. We know that black women over the age of 20—something like 40 percent or higher—already have hypertension, high blood pressure.

It’s a move that makes a lot of sense. Sure, intercollegiate sports can be an important part of the college experience, but in this day and age when 70% of adults in our country are overweight or obese and over 25 million people have diabetes, it’s time for some creative solutions.

To do that, Spelman now offers a campus-wide health and fitness program. Through this, all students can take part in weight loss programs, exercise at the college gym, Zumba, dance classes, and more. Already, more than 300 students are taking advantage of this every day.

In what they call a “wellness revolution,” Spelman’s site explains their goal (as taken from an article by Tatum):

The need is urgent, and it is our population — young black women — that is among the most at risk for negative health outcomes. Committed to educating the whole person, mind, body and spirit, we have an opportunity to change this epidemic. Ending intercollegiate participation may seem counterintuitive, given our focus on physical activity, but instead of spending hundreds of thousands of dollars transporting a small number of athletes to intercollegiate events, we will be investing those dollars in intramural programs and wellness activities that can be sustained for a lifetime.

Of course, not everyone thinks this is a good idea. Some of the athletes are upset, and even threatening to transfer to other schools. But, Spelman is the first school to drop NCAA sports in years, and it’s a move that is re-prioritizing the way we look at things.

Tell us what you think. Is this a good idea?

Read more: http://www.blisstree.com/2012/12/07/sex-relationships/spelman-college-drops-ncaa-sports/#ixzz2ROMnW8DM

 

 

 

Le competenze dell’allenatore

Sempre nella stessa ricerca condotta alcuni anni fa dal Comitato Olimpico US condotta intervistando gli atleti della squadra olimpica amricana nel periodo 1984-1998 è stato loro chiesto quali erano secondo loro le competenze più importanti di un allenatore.

Questi atleti hanno posto in testa alle competenze l’abilità a insegnare e l’abilità a motivare e incoraggiare. A seguire quelle più tipicamente professionali e relative alla conoscenza dell’allenamento e quelle strategiche dello sport. Pertanto premesso che gli allenatori devono essere in grado di programmare e condurre tecnicamente il loro lavoro, sono però le loro competenze interpersonali e psicologiche a rendere efficace il loro lavoro. Questi dati dovrebbero fare riflettere coloro che organizzano i corsi di formazione per allenatori in cui buona parte delle ore sono dedicate esclusivamente alla componente tecnica di questo lavoro mentre poco tempo è dedicato allo sviluppo di quelle abilità che gli atleti di livello assoluto considerano invece come decisive per il loro successo.

L’importanza di sognare per un giovane atleta

L’anno dopo le Olimpiadi è per molti atleti un periodo di transizione. Sovente quelli che hanno ottenuto grandi successi nel quadriennio precedente usano quest’anno come momento di recupero per essere pronti l’anno successivo per ricominciare una nuova avventura. Per i più giovani, invece, può essere un anno importante per dimostrare il loro valore nelle gare internazionali in un momento in cui i migliori non stanno spingendo al massimo. Ed è su questi ultimi che voglio soffermarmi, con la domanda: quand’è che un giovane atleta (ragazza o ragazzo) inizia a sognare che può entrare nella squadra olimpica del suo paese? E poi ha senso sognare?

Ho trovato supporto a questa idea in una ricerca condotta alcuni anni fa dal Comitato Olimpico US che ha rivolto questa domanda agli atleti che sono andati alle Olimpiadi nel periodo 1984-1998. Questi i risultati:

  • Gli atleti hanno iniziato a sognare di diventare atleti olimpionici nel periodo in cui hanno ottenuto i primi successi a livello locale (tra 10,9 e 18 anni).
  • Dopo circa 3,5 anni hanno deciso di perseguire questo loro sogno.
  • Dopo circa 1,7 anni hanno pensato che il loro sogno era realistico a un’età compresa fra 13,4 e 22,4 anni.
Le differenze di età sono dovute al fatto che ginnastica e nuoto sono sport più precoci mentre in altri come il tiro, il canottaggio e l’atletica gli atleti raggiungono la maturità a un’età più avanzata.
Questi dati c’insegnano che i ragazzi e le ragazze hanno bisogno di coltivare i propri sogni e che questi passano da una fase iniziale di desiderio, a una in cui si decide d’impegnarsi per realizzarlo e all’ultima in cui si ritiene realistica la realizzazione. Un altro risultato importante riguarda il breve periodo di tempo intercorso fra la decisione di diventare olimpionico e la convinzione che sarà possibile.

 

 

Prospettive di lavoro degli psicologi in USA

The request of psychologist will increase in US in next ten years, and from the United States Department of Labor we have the following information (http://www.bls.gov/ooh/Life-Physical-and-Social-Science/Psychologists.htm#tab-6).

“L’occupazione complessiva di psicologi è destinato a crescere del 22 per cento dal 2010 al 2020, più velocemente della media per tutte le occupazioni. La Crescita dell’occupazione varia a seconda della specialità.

L’occupazione in campo clinico, la consulenza e gli psicologi scolastici sono destinati a crescere del 22 per cento, più velocemente della media per tutte le occupazioni. Una maggiore domanda di servizi psicologici nelle scuole, ospedali, centri di salute mentale e dei servizi sociali, le agenzie dovrebbero guidare la crescita dell’occupazione.

La domanda di psicologi clinici e di consulenza aumenterà man mano che la gente continua a rivolgersi a psicologi per risolvere o gestire i loro problemi. Altri psicologi saranno necessari per aiutare le persone ad affrontare i problemi come la depressione e altri problemi mentali, il matrimonio e la famiglia, lo stress del lavoro, e la dipendenza. Psicologi saranno anche necessari per fornire servizi in relazione all’invecchiamento della popolazione, aiutando le persone ad affrontare i cambiamenti mentali e fisici che avvengono via via che invecchiano. Attraverso la ricerca e la consulenza, gli psicologi aiuteranno altri gruppi speciali, come i veterani che soffrono di traumi di guerra, sopravvissuti ad  altri traumi e le persone con autismo.

E’ anche previsto un aumento della domanda di psicologi nel settore della cura della salute, perché il loro lavoro con le squadre di medici, assistenti sociali e altri professionisti della sanità fornisce ai pazienti completi, trattamenti interdisciplinari. Oltre a trattare problemi di salute mentale e comportamentale, gli psicologi lavoreranno in squadra per sviluppare o gestire i programmi di prevenzione e benessere.

Poiché il numero totale di studenti cresce, gli psicologi scolastici saranno necessari per lavorare con gli studenti, in particolare quelli con bisogni speciali, difficoltà di apprendimento e problemi comportamentali. Le scuole si affidano anche agli psicologi scolastici al fine di valutare e consigliare gli studenti.

L’occupazione  degli psicologi in ambito irganizzativo è destinato a crescere del 35 per cento, molto più velocemente della media per tutte le occupazioni; per aiutare a scegliere e mantenere i dipendenti, aumentare la produttività e individuare i miglioramenti sul posto di lavoro”.

Secondo alcune indagini il compenso medio annuale di uno psicologo dello sport varierà tra $ 45.000 e $ 80.000 (http://psychology.about.com/od/careersinpsychology/tp/psychology-career-trends.htm).

Divertirsi alle Olimpiadi

Condivido questo video ricevuto per email.

Questi nuotatori USA non mostrano alcun segno di ansia … un bellissimo esempio di come anche un evento così importante può essere vissuto in modo divertente! Da condividere con atleti e squadre.

http://www.youtube.com/watch?v=YPIA7mpm1wU&feature=player_embedded#